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Attività evolutiva

Gioco e sviluppo comunicativo

Il gioco è da sempre presente in ogni fase della vita dell’uomo. È un’attività umana fondamentale come la comunicazione, ed è nello sviluppo della comunicazione e del linguaggio che ritroviamo le prime forme di gioco

Cristina Emiliani Russo logopedista

La teoria socio-costruzionista sostiene che l’apprendimento del linguaggio dipende in primo luogo dalla comunicazione; il linguaggio viene costruito attivamente da parte del bambino, sulla base dell’informazione linguistica che riceve e della varietà di situazioni comunicative e di gioco cui partecipa. Il neonato interagisce istintivamente con l’adulto, dando origine ai primi segni di intersoggettività (riconoscersi e riconoscere l’altro come soggetti che possono interagire).

Il pianto e il sorriso rappresentano il primo modo attraverso cui interpretare i bisogni del bambino. Attraverso le routine di accudimento il caregiver stabilisce un contatto diretto con il neonato favorendo lo sviluppo di abilità come mantenere l’attenzione su uno stimolo esterno e il riconoscimento del volto umano. Tra i 4 e gli 8 mesi il bambino inizia a produrre dei veri e propri suoni linguistici (lallazione). È uno splendido gioco vocalico che il bambino fa sia in interazione con altri che da solo, ma nei momenti di interazione le risposte vocali assomigliano maggiormente al linguaggio. Progressivamente nasce il gioco con l’adulto mediato dall’oggetto. Si sviluppano diverse capacità: alternare il proprio sguardo tra l’oggetto con cui si gioca e l’altra persona; seguire lo sguardo e l’indicazione dell’altro; ridere insieme e cogliere l’emozione dell’altro.

Tra i 9 e i 12 mesi compaiono i gesti deittici dell’indicare, mostrare e richiedere; indicano l’intenzione comunicativa, il voler condividere un bisogno o un gioco. A poco a poco emergono i gesti simbolici, distaccati dal contesto; indicano qualcosa di specifico (il bambino chiede di bere portando la mano alla bocca come se tenesse un bicchiere) e sono i precursori delle parole. Di lì a poco il bambino produce le sue prime parole accompagnate e combinate con i gesti. Tra il primo e il secondo anno di vita emerge il gioco simbolico. Il bambino imita le azioni dei “grandi” facendo “finta di…”, utilizza oggetti come se fossero altro. Attraverso il gioco, il linguaggio si consolida ed il bambino aumenta il suo vocabolario. Possiamo dunque dire che il gioco è la principale fonte di sviluppo  negli anni che precedono la scuola.

Cristina Emiliani Russo

Logopedista, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, ha maturato esperienza in prevenzione e trattamento dei disturbi di linguaggio dell’età evolutiva. Si è formata in pedagogia relazionale del linguaggio presso l’Istituto Cloude Chassagny e conseguito master in disturbi specifici dell’apprendimento presso l’Istituto LR psicologia.



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