Nell’architettura classica, tipo di modanatura ondulata a doppia curva della cornice.
Coppa per bere con larga tazza poco profonda, munito di alto piede e con due anse orizzontali.
Tazza o attingitoio simile al kantharos ma con una sola ansa.
Scultore greco originario di Atene, attivo nel II sec. d.C.
Statua di dimensioni diverse (da piccole a colossali). Caratterizzata da una rigidità delle forme, di solito con le braccia distese lungo i fianchi e con un piede leggermente portato in avanti rispetto all’altro.
Oggetto connesso ad un gioco che si svolgeva durante i banchetti, composto da un’asta metallica sorretta verticalmente da treppiedi; alla sommità veniva posto un disco metallico che doveva essere fatto cadere con il vino lanciato dalle coppe dei banchettanti.
Termine con il quale si definisce, nella statuaria arcaica greca, la figura femminile stante, vestita con chitone e himation o con peplo ionico, solitamente in atto di offerente. Corrispondente al kouros maschile, aveva come questo un significato votivo o funerario e poteva rappresentare una divinità, un’eroina o una mortale.
Nell’antichità il letto su cui, semisdraiati, si consumavano i pasti, si dormiva e riposava.
Coppa per bere di forma troncoconica, con alto piede e due grandi anse verticali vistosamente esorbitanti dall’orlo realizzata in ceramica o in metallo. Spesso attribuita a Dioniso.
Copricapo a forma di cesto ripieno di frutti, connesso al germogliare e al fruttificare della natura. 2. Vaso piuttosto raro, simile al cratere, con corpo cilindrico, piccole prese sotto la bocca e con becco collocato vicino alla base.