Ceramografo greco, di origine Attica, attivo nei due decenni intorno alla metà del VI sec. a.C. il suo stile si distingueva per la vigorosa monumentalità delle figure, l’azione e la drammaticità epica dei temi trattati.
Portatore di lucerna.
Strumento di illuminazione largamente usato in Grecia a partire dall’età classica. Prevalentemente in argilla, consisteva in una coppa munita di un beccuccio e di un’ansa; più tardi si diffuse si diffuse la forma chiusa con coperchio a disco.
Scultore greco di Sicione. Fra i più apprezzati artisti presso la corte di Alessandro Magno, realizzò numerosi bronzi, ora andati perduti, e noti grazie a copie posteriori. Partendo dal canone di Policleto giunse, come nell’Apoxymenos, a forme più snelle, nervose e vibranti.
Strumento a corde, formato da due braccia ricurve che si riunivano alla base ed erano tenute unite in alto da un’assicella. Le corde erano pizzicate con il plettro. Si vantavano di averla inventata, oltre ad Orfeo e Apollo, anche Anfione ed altri.
Re della Tracia, figlio di Driante, scacciò le sacerdotesse di Dioniso, minacciando lo stesso dio, che si salvò guizzando in mare. Per questo venne punito da Zeus con la pazzia che gli fece uccidere il proprio figlio con un’accetta, perché scambiato per una vite ed a recidere le gambe, ch’egli aveva scambiato per un albero. 2. Fratello di Admeto, istituì i Giochi Nemei, per ricordare la memoria del figlio Ofelte, ucciso da un serpente. Anche per questo, i partecipanti vestivano a lutto e le corone offerte ai vincitori erano di appio e non d’ulivo.
Feste che si celebravano nell’Arcadia e dedicate ad Apollo in ricordo della caccia di sterminio da lui data ai lupi che infestavano Argo.
Uno dei fiumi infernali, le cui acque, a chi ne avesse avuto bevuto, davano il completo oblio della vita terrena trascorsa.
Pelle del leone nemeo.
Leone che terrorizzava le genti di Nemea, una valle dell’Argolide. Aveva una pelle invulnerabile ed Eracle dopo averlo cacciato nel suo covo, lo soffocò, strozzandolo con le sue mani. Infine, lo scuoiò e con la pelle ne fece una veste.