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Divinità simbolica greca, la quale abbandonò la terra, disgustata dall’universale corruzione. Essa veniva rappresentata come una giovane tutta vestita di bianco che cercava di nascondere con un velo, agli occhi dei curiosi, le sue membra ben tornite.

Presso i Greci, il soffio o respiro vitale con cui si identifica l’anima rappresentata come un essere alato oltre che come uccello o farfalla.

Divinità allegorica greca, usualmente raffigurata da una donna, con uno specchio circondato da un serpente.

Divinità allegorica che, a Delo, aveva un tempio a sé consacrato. Spesso era accompagnata dall’aquila che reggeva i fulmini di Zeus.

Originariamente la testa di leone che nell’architettura classica, ripetuta ritmicamente, ornava la cornice della trabeazione e dalla cui bocca usciva l’acqua piovana. In seguito divenne elemento decorativo assumendo la forma di busto umano, animale o di essere fantastico. Compariva anche nella scultura, nella ceramica a rilievo e nella toreutica.

 Re di una parte dell’Epiro, marito di Laodamia e il primo che, dell’esercito greco, sbarcò sulla spiaggia di Troia. Poiché l’oracolo aveva predetto che il primo sbarcato sarebbe stato ucciso, il povero Protesilao cadde sotto la spada di Ettore.

Dio marino, secondo la leggenda, figlio di Poseidone e di Teti, custode, per incarico del padre, delle foche e dei vitelli marini.

 Tempio con colonnato frontale (tetrastilo, esastilo, ottastilo)

L’ingresso monumentale di un edificio, un recinto, una piazza con portico a colonne, un santuario, ecc.

Nel tempio greco, il vano porticato antistante la cella cui dava accesso e punto di passaggio tra il sacro e il profano.



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