Ade era il dio dell’oltretomba, figlio di Crono e Rea. Zeus gli aveva dato lo scettro del regno degli Inferi; il popolo di questo oscuro mondo era composto da ombre. L’umanità intera tremava nel sentire il nome di Ade. Lo si definiva anche con il termine di Invisibile, a causa del suo buio soggiorno e d’un elmo che lo cingeva di una cupa nebbia. Non usciva mai alla luce del sole, meno una volta, quando lo spinse a mostrarsi sulla terra l’infatuazione per Persefone. Il suo trono era nel centro del suo regno. Ade sedeva come giudice delle anime, e pronunciava giudizi senza appello. Una volta sola si commosse, quando Orfeo lo implorò di rendergli Euridice, sua sposa. Ma per uno strano contrasto, mentre lo si temeva e se ne parlava quasi come di un orco. Gli si tributava un culto pieno di gratitudine. Ade era talvolta rappresentato, in antiche sculture, seduto accanto a Persefone, sua sposa, mentre tiene in mano il corno dell’abbondanza. Più frequentemente lo si raffigura sopra un trono d’ebano, con una barba folta e ispida, cinta la fronte d’una corona di foglie nere, e con in mano una chiave e lo scettro del regno infernale. Da questo dio funebre dipendevano Tanatos, personificazione della morte, che si raffigurava come un uomo alato e barbuto; le Keres, geni-vampiri che, sotto le sembianze di vergini alate, tendevano agguati agli uomini in guerra e in pace, e succhiavano loro il sangue; le Furie e le Parche.