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AFRODITE (Ἀφρδίθη)

Afrodite era la dea dell’amore, secondo Omero, figlia di Zeus e della ninfa Dione; secondo Esiodo, invece, nata dalla spuma del mare fecondata dai genitali di Urano che Crono aveva tagliato e gettati in mare in seguito alla rivolta contro il padre. Il nome Afrodite significa appunto nata dalla spuma del mare. Il un mattino di primavera illuminato dai raggi del sole, una fanciulla meravigliosa emerse da un vortice azzurro delle acque del mare. Era ritta su una conchiglia iridata. Due Zefiri, sotto le sembianze di d giovanetti alati e incoronati di fiori, la spinsero col soffio verso la riva. Lì le Ore le andarono incontro, eseguendo una danza, e le detersero il corpo dalla salsedine; le pettinarono le lunghe chiome dorate, intrecciandole di perle. Poi, le fecero indossare una veste profumata e fecero brillare lungo collo di alabastro una splendida collana. Un carro tirato da candide colombe avanzò: Afrodite vi salì e attraversando il cielo, giunse nella dimora degli dei. Gli dei, anche i più rustici e sgarbati, come Ares ed Efesto, restarono ammaliati da quella meravigliosa creatura. Afrodite era la dea più bella dell’Olimpo e la cosa non piacque alle altre dee come Era ed Atena. Un giorno, mentre Apollo suonava la cetra e gli dei stavano ascoltando, la dea della Discordia si introdusse di nascosto nella sala e gettò una mela d’oro sulla quale c’era scritto: Alla più bella. Afrodite, Era e Atena arsero d’invidia per chi doveva raccogliere il frutto. Zeus intervenne e rimise il giudizio definitivo ad un arbitro. Il prescelto fu un pastore del monte Ida, di nome Paride, che ignorava di essere figlio di Priamo, re di Troia. Ermes portò le tre dee nel boschetto dove stava pascolando le sue greggi Paride. Il pastorello scese Afrodite, la quale aveva promesso al giovane, in cambio della sua scelta, di dargli la donna più bella del mondo, Elena. Capricciosa e volubile, Afrodite si divertiva a stringere e sciogliere gli amori. Le sue vittime furono infinite. Per colpa sua Paride s’innamorò di Elena, la rapì e scatenò la guerra di Troia. Però, anche Afrodite subì le frecce del suo figliolo malizioso, Eros. Adone fu il primo ch’ella amò. Questo giovane bellissimo suscitò nella dea una grande passione. Un giorno, mentre inseguiva un cinghiale in una foresta, egli venne ferito mortalmente dall’animale. Afrodite accorsa alle grida dell’amato, non poté fare altro che raccoglierne l’ultimo respiro e trasformarne il corpo in un anemone. Zeus, per consolarla, acconsentì che ogni anno Adone uscisse dal regno dei morti per quattro mesi, e li trascorresse con lei. Dopo Adone. Afrodite amò Anchise, principe troiano, e dalle loro nozze nacque Enea. In seguito, andò in sposa ad Efesto, dio del fuoco. Questo strano matrimonio avvenne per volontà di Zeus che volle ricompensare così Efesto per avergli forgiato i tremendi fulmini con cui annientò i Titani. Afrodite tradì il suo sposo con Ares, il dio della guerra. Afrodite era raffigurata talvolta seduta sul dorso di un cavallo marino o ritta su una conchiglia, oppure in piedi sopra un carro trainato da cigni o colombe.



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