Dio della guerra, Ares era figlio di Zeus ed Era. Per la sua smania di carneficina, Ares era poco accetto agli altri dei dell’Olimpo, ed anche al padre. Questo guerriero arrabbiato, suscitava le contese dei popoli e non si sentiva felice che nel tumulto sanguinoso dei combattimenti. Armato di spada o di lancia, si faceva strada con grandi colpi fra le legioni in lotta. Spesso lo si vedeva guidare un carro dalle ruote armate di falci. Al suo grido selvaggio accorrevano la dea della Discordia, con nella destra una spada e nella sinistra una fiaccola luminosa; il Terrore, dal volto livido e dalle fruste di serpi; le Keres, geni della strage che bevevano il sangue dei caduti. Atena non poteva sopportare questo soldato feroce, e spesso litigò con lui. Ma Ares riuscì a fare innamorare di lui la sposa di Efesto, la splendida e capricciosa Afrodite. Un giorno fu colto con essa dal dio del fuoco e fatto prigioniero in una rete dalla maglia invisibile. I figli di Ares ebbero difetti ancora peggiori dei quelli paterni. Tanto Licasto quanto Cicno erano briganti che sgozzavano i viaggiatori. Ares veniva rappresentato con le sembianze di un guerriero armato. Due uccelli gli furono sacri: il gallo bellicoso e l’avvoltoio divoratore di cadaveri.