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Creature mitologiche

ARPIE

Le Arpie erano mostri fantastici, figlie di Taumante e di Elettra, l’Oceanina. Se ne citavano sempre due: Aello, Portatrice di tempesta, e Ocipete, Rapido volo; ma ne esisteva una terza, Celeno. l’Oscura. Erano raffigurate con teste di donne e corpi di uccelli rapaci, con grandi ali ed artigli affilati. Le Arpie, inoltre, rubavano il cibo dalle mense imbandite, distribuendo, sulle vivande rimanenti, un puzzo pestilenziale impedendo ai commensali di cibarsene. Esse furono sterminate da Eracle, durante una delle sue dodici fatiche.

CENTAURI

I Centauri erano esseri mostruosi, metà uomini e metà cavalli. Vivevano in montagna e nelle foreste e si nutrivano di carne cruda. Essi erano nati dall’unione tra Issione ed una nuvola, a cui Zeus aveva dato le sembianze di Era per vedere se Issione avesse avuto l’ardire di darsi ad amori sacrileghi. Il Centauro più famoso fu Chirone, il quale educò il fiore degli eroi, a partire da Eracle, Giasone, Castore e Polluce, fino ad Achille.

CERBERO

Cerbero era uno dei mostri che custodivano il regno dell’Oltretomba e ne vietavano l’ingresso ai vivi, ma soprattutto di uscirne. Era nato dall’unione di Echidna e di Tifone. Veniva raffigurato come un cane a tre teste a significare la distruzione del presente, del passato e del futuro. Solo Eracle, Orfeo ed Enea ebbero l’ardire di affrontarlo. Il primo lo incatenò, quando discese agli inferi per riprendere Alcesti; il secondo lo addormentò con il suono soave di una lira, quando implorò Ade e Persefone che gli restituissero Euridice; il terzo lo assopì con una focaccia intrisa di oppio.

CHIMERA

La Chimera era un animale fantastico, raffigurata con la parte posteriore di serpente e una testa di leone su un corpo di capra, nata dall’unione di Tifone e d’Echidna. Vomitava fuoco e fiamme e il suo alito distruggeva tutta la vita vegetale. Per molto tempo, afflisse tutta la Licia, finché venne uccisa da Bellerofonte. Attraverso il mito si percepisce il terrore che provavano gli uomini antichi nei confronti delle eruzioni vulcaniche.

IDRA DI LERNA

L’Idra di Lerna era un terribile mostro a nove teste, che ricrescevano nuovamente se non venivano recise tutte contemporaneamente. Figlio di Tifone ed Echidna, esso uccideva uomini ed animali. Eracle l’affrontò senza timore. Quando si accorse che non riusciva ad ucciderlo, in quanto le teste ricrescevano, con l’aiuto di un compagno, incendiò un bosco vicino alla palude dove viveva il mostro. Con l’aiuto dei tizzoni ardenti, bruciò tutte le teste e schiacciò con un macigno quella di esse che era immortale. Eracle, infine, intinse nel sangue del mostro le frecce che, da allora, provocarono ferite letali.

IPPOCAMPI

Gli Ippocampi erano creature marine per la metà del corpo di cavallo e per metà di pesce. Venivano raffigurati, soprattutto, nei cortei al seguito di Poseidone, dove trainavano il carro su cui sedeva il dio.

LEONE DI NEMEA

Il Leone di Nemea era un mostro, figlio di Ortro ed Echidna e fratello di un altro mostro, la Sfinge di Tebe. La dea Era lo allevò e lo pose nella regione di Nemea dove devastava il paese, divorando uomini ed animali. Abitava in una caverna a due uscite ed era invulnerabile, poiché la sua pelle non poteva essere intaccata dal metallo, ma solo dalla forza umana.

MEDUSA

Medusa era una delle Gorgoni e l’unica delle tre ad essere mortale. Era di una bellezza tale da colpire lo stesso Poseidone, il quale, sotto le sembianze di un uccello, la fece entrare in un tempio consacrato ad Atena e la possedette, incurante della profanazione del luogo. Atena si vendicò di lei, soprattutto perché Medusa, orgogliosa dei suoi capelli, si vantava di superare in bellezza la dea. Atena, allora, iniziò a trasformarglieli in un groviglio di serpenti e rese i suoi occhi capaci di pietrificare chiunque l’avesse guardata. Solo Perseo riuscì ad affrontarla, tagliandole la testa, grazie all’ausilio di uno specchio datogli da Atena. In questo modo vibrò il colpo fatale senza incrociare lo sguardo fatale di Medusa.

MINOTAURO

Il Minotauro era un mostro con corpo di uomo e la testa di toro. Il suo nome in realtà era Asterione, figlio di Pasifae, moglie di Minosse re di Creta, e di un toro inviato da Poseidone a quest’ultimo. Minosse, vergognatosi per la nascita di questo mostro, fece edificare all’artista Dedalo un palazzo, il Labirinto, talmente complesso ed intricato che solo il suo ideatore riusciva a trovare la via d’uscita. Nel labirinto Minosse rinchiuse il Minotauro ed ogni anno gli dava in pasto sette giovani e sette fanciulle, tributo che gli era stato imposto dalla città di Atene. Teseo si offrì volontario per uccidere il mostro e con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse, non solo uccise il Minotauro ma trovò anche la via d’uscita.

ORTRO

Ortro era il cane di Gerione, che Eracle uccise quando rapì le mandrie del suo padrone. Era figlio di Tifone e d’Echidna e, di conseguenza, fratello di Cerbero. Ortro dall’unione con la propria madre generò la Sfinge di Tebe. Le descrizioni di Ortro variano: certe volte veniva rappresentato con diverse teste, altre con un corpo di serpente.

PITONE

Pitone era un serpente mostruoso, figlio di Gea, la terra. La dea Era quando seppe dell’infedeltà di Zeus, ordinò a Pitone di inseguire Latona, la fanciulla di cui si era invaghito il marito, impedendole di partorire in nessun luogo in cui brillasse il sole. Poseidone, per volere di Zeus, accolse la fanciulla sotto la sua protezione e la nascose sull’isola di Ortigia, dove nacque Apollo. Tre giorno dopo, Apollo uccise Pitone; rinchiuse le ceneri in un sarcofago e fondò in suo onore dei giochi funebri, i Giochi Pitici.

SFINGE

La Sfinge era un mostro femminile, raffigurata con il volto di donna, il petto, le zampe e la coda di leone, ma provvista di ali come un uccello. Legata alla leggenda di Edipo e al ciclo tebano, la Sfinge era figlia di Ortro e di Echidna, nonché sorella del Leone di Nemea. Venne inviata da Era contro Tebe per punire la città del misfatto di Laio, il quale aveva amato il figlio di Pelope, Crisippo. La Sfinge si insediò in una montagna vicino Tebe. Qui, sconvolgeva il paese divorando gli uomini che incontrava. Soprattutto, era famosa per gli indovinelli che poneva ai viandanti; coloro i quali non sapevano rispondere, venivano uccisi. Solo Edipo rispose al suo indovinello ed il mostro, disperato, morì lanciandosi dall’alto di una roccia.

TIFONE

Tifone era un mostro figlio di Gea e del Tartaro, nonché marito di Echidna, con la quale generò il cane Cerbero, l’Idra di Lerna, Ladone ed Ortro. Secondo la leggenda, possedeva cento teste di drago ed una forza incredibile. Un’altra versione vuole Tifone non figlio di Gea, ma di Era, ch’ella aveva avuto senza alcun aiuto maschile, come aveva già fatto quando ebbe Efesto. Gelosa del fatto che Zeus avesse avuto Atena senza di lei, Era chiese aiuto al Cielo, alla Terra e alle altre divinità primigenie, per poter fare altrettanto. Così la dea toccando la Terra, fece balzare fuori Tifone, in mezzo ad un fetore pestilenziale e lo incitò a muovere guerra contro Zeus.

PEGASO

Pegaso era un cavallo alato, presente in numerose leggende, soprattutto in quelle di Perseo e di Bellerofonte. Si narrava che fosse nato da una goccia di sangue sgorgato dalla testa di Medusa, quando Perseo uccise la Gorgone.



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