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ERMES (Ἑρμῆς)

Ermes, figlio di Zeus e Maia, era la personificazione del vento, dio dell’eloquenza, il messaggero di Zeus e il protettore dei pastori, dei viaggiatori, dei mercanti e dei ladri. In qualità di dio del vento, Ermes doveva proteggere l’eloquenza degli avvocati e degli oratori, che spesso avevano l’inconsistenza del vento; i ladri che insinuandosi dappertutto e fuggono come il vento. Se Ermes era il dio dei ladri, nulla impediva che poteva esserlo anche lui. Infatti, il furto più gravoso di cui si rese colpevole, fu quello di giovenche. Nelle montagne della Pieride, Apollo pascolava cinquanta floride giovenche. Mentre il dio del Sole sonnecchiava nella fresca notte, Ermes gliele spinse in branco nella valle e le serrò tutte in una grotta del monte Cillenio. Essendogli venuta fame, non indugiò un attimo a scannare due vitellini e a cuocerli a fuoco vivo. Apollo si svegliò e con grande stupore vide l’armento era scomparso. La sua chiaroveggenza divina lo illuminò sulla sorte delle giovenche. A grandi passi corse verso il monte Cillenio, trovò la caverna e vi entrò, ribollendo di rabbia. Ma Ermes lo ammansò senza la minima pena. Nella notte si era costruito uno strumento musicale con sette corde tese sul lato concavo del guscio di una testuggine, traendone suoni ammalianti. Apollo ascoltò rapito. Il dio della musica davanti a quel prodigio dimenticò tutto. Ermes se la cavò restituendogli le giovenche e regalandogli la lira. Ad ogni cenno di Zeus, Ermes snello ed astuto si lanciava nell’aria, battendo le alucce che ornavano i suoi magici sandali e che gli servivano a dominare l’aria. In testa aveva un copricapo tondo, detto petaso. Nella mano sinistra teneva il caduceo, una bacchetta che gli fu donata da Apollo e intorno alla quale erano avvinghiate due serpi. Quello scettro alato era un simbolo di pace. Ermes trovò un giorno due serpi che lottavano sibilando. Con quella bacchetta le separò, ed eccole ancora su quella bacchetta allacciate. Ermes portava ordini e messaggi, adempiva incarichi di fiducia, ed era dotato di una memoria formidabile. Ad Ermes venivano eretti, nei bivi delle strade, pilastri con la sua testa ripetuta per quattro volte, le erme. Inoltre, Ermes essendo il protettore dei vivi, non li abbandonava dopo la morte, ma conduceva le anime giù nel regno degli inferi e li affidava ad Ade. Per questo gli si facevano sacrifici nel momento della morte e lo si rappresentava con petaso, calzari alati e caduceo, sulle tombe.ERMES (Ἑρμῆς)



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