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IL DIO PANE

Capo dei Satiri era Pane, figlio di Ermes, dio delle greggi e dei pastori, venerato in Arcadia. Lo si rappresentava con il viso arrossato, cotto dal sole, con corna da ariete e barba fulva da capra, le cosce coperte da un ispido pelo e zoccoli al posto dei piedi. Amava raggirarsi per valli e montagne, accompagnando stuoli di pecore e capre, oltre che danzare e suonare la zampogna. Le Ninfe ballavano al suono del suo strumento, mantenendosi però distanti da lui perché ne avevano paura. I pastori che lo adoravano e gli offrivano agnellini e capretti, tremavano al pensiero degli spaventi che quel dio burlone soleva suscitare nelle ombre della sera o nelle tenebre notturne. Terrore che costringeva uomini e animali ad una rapida fuga, che prendeva il nome di panico. Tre furono le Ninfe amate da Pane: Piti che venne trasformata in pino dal vento Borea, geloso per la sua passione per Pane; Eco che morì vittima della gelosia del dio e Siringa. L’amore tra Pane e Siringa, ninfa dell’Arcadia divenne una bellissima favola antica. Il dio, quando la vide per la prima volta, la inseguì, e, nel momento in cui stava per prenderla, ella si trasformò in una canna, sulle rive del fiume Ladone. Il soffiare del vento faceva suonare le canne; così a Pane venne l’dea di unire alcune canne di diversa lunghezza con la cera, creando uno strumento musicale a cui diede il nome di siringa, in ricordo della ninfa.



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