Poseidone era figlio di Crono e di Rea, a cui Zeus, suo fratello, diede per dominio il mare. Per poco suo padre, mosso dalla consueta fame rabbiosa, non lo divorò come gli altri fratelli. Ma la madre diede da mangiare al suo posto al crudele Crono un puledro, e quello, senza troppo pensarci su, inghiottì il cavallino e risparmiò il futuro dio delle onde. Inizialmente Poseidone fu fedele a Zeus e lo aiutò nella guerra contro i Titani. Ma poi per gelosia dell’impero sterminato che il re degli dei si era impossessato, complottò contro di lui insieme ad Apollo; i due cercarono di far precipitare Zeus giù dal trono. La congiura andò male e Poseidone venne cacciato dal cielo.
La reggia di Poseidone era in fondo al mare. La luce filtrata dalle acque faceva scintillare le madreperle e i coralli. In quel silenzio fatato, Poseidone regnava con la sua sposa Anfitrite, figlia di Oceano. Egli dominava il mare scatenava e placava le burrasche, faceva spesso tremare la terra con la forza della sua collera. Capriccioso e violento, vendicativo e benefico, faceva sorgere all’improvviso in pieno mare un’isola o un arcipelago, e da una terra arida e sassosa faceva spiccare una fonte, per la gioia degli assetati viandanti. La Grecia vedeva in questa divinità terribile quasi un secondo Zeus, ed ogni quattro anni celebrava in suo onore splendidi giochi sull’istmo di Corinto: i Giochi istmici. Poseidone veniva comunemente rappresentato con l’aspetto di un uomo vigoroso, nudo o cinto con un drappo svolazzante, sopra un carro a forma di conchiglia tirato da cavalli marini. Nei foltissimi capelli a ciocche era evidente un’allusione alle arricciate onde del mare. Il suo attributo principale era il tridente. Poseidone generò Tritone, metà uomo e metà pesce, che gli serviva da messaggero e comandava uno stuolo di mostri turbolenti, tutti armati di conchiglie sonore con le quali intonavano una musica discorde intorno al carro di Poseidone: Glauco, destinato a tramutarsi in pesce; Polifemo, gigante da un occhio solo in fronte, accecato da Ulisse e Anteo, gigante libico, poi ucciso in una dura lotta da Eracle.