Zeus era il figlio di Crono e di Rea. Corse alla nascita il grande pericolo di essere divorato dal padre, che soleva disfarsi dei figli che Rea gli generava. Ma era scritto in un oracolo che uno di questi sarebbe dovuto diventare signore del mondo. Rea, pensando che l’ultimo di essi fosse il predestinato, portò Zeus di nascosto a Creta, sulla vetta del monte Ida. Come spiegare al vorace Crono la scomparsa del bambino? Rea avvolse in un pannolino un bel ciottolo delle dimensioni di un neonato, e lo portò al marito che lo ingoiò in un boccone, pensando di mangiare la carne tenera del figlio. Intanto Zeus venne raccolto da Gea (la Terra) e messo al sicuro in una profonda caverna. La sua infanzia fioriva precoce e vigorosa. Le Ninfe lo facevano giocare, saltare e correre. La Capra Amaltea lo nutriva con il suo latte. Le api deponevano per lui sulla soglia della grotta, il miele dorato. Quando il bambino strillava, i Cureti, sacerdoti di Rea, che vegliavano sulla sua educazione, facevano rumore cozzando gli scudi, danzando e urlando. Raggiunta l’età adulta, Zeus volle impadronirsi del potere detenuto dal padre Crono. Chiese consiglio a Meti (la Prudenza) che gli diede una droga, grazie alla quale Crono dovette vomitare i figli che aveva inghiottito. Con l’appoggio dei fratelli e delle sorelle riportati in vita, Zeus attaccò Crono e i Titani. La lotta durò dieci anni. Alla fine, Zeus e gli Olimpici furono vincitori ed i Titani cacciati dal Cielo. Per ottenere questa vittoria, Zeus consigliato da Gea, aveva liberato dal Tartaro i Ciclopi e gli Ecatonchiri che Crono vi aveva imprigionati. Uccise perciò la loro carceriera Campe. I Ciclopi diedero a Zeus il tuono e il fulmine ch’essi avevano forgiato; ad Ade diedero un elmo magico che rendeva invisibile chiunque lo portava; a Poseidone diedero un tridente, il cui urto scuoteva la terra e il mare. Una volta che ebbero vinto, gli dei si divisero il potere, tirando a sorte. Zeus ottenne il cielo; Poseidone, il mare; Ade, il mondo sotterraneo. In più Zeus ebbe il predominio sull’Universo.
Gli attributi di Zeus erano l’aquila, lo scettro e la folgore. Veniva raffigurato assiso sul un trono, col viso maestoso e sereno, con una chioma folta e riccia come la criniera di un leone, il viso era coperto da una barba piena; alta e spaziosa la fronte, labbra sottili, occhi infossati, grandi, espressivi e buoni.